ITALY convergence
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3) Economie trasformative, democrazia economica e trappola del debito
Il tema delle economie trasformative deve confrontarsi con un contesto di costruzione economico-finanziaria che, tanto in Italia quanto a livello di Unione Europea, ha stravolto in favore dei grandi interessi finanziari l'organizzazione della società, ponendo la cosiddetta “stabilità finanziaria” come unico obiettivo dell'agire individuale e collettivo. In questo senso, la narrazione del debito pubblico è stata utilizzata come uno shock per proseguire con le politiche liberiste e di austerità da una parte, e, dall'altra, per bloccare sul nascere ogni rivendicazione di soluzioni alternative.
“C'è il debito, non ci sono i soldi” è il mantra agitato contro ogni rivendicazione di diritti, di servizi e di trasformazione economica e sociale. Una narrazione artefatta all'unico scopo di mettere sul mercato tutto quello che sinora ne era escluso. Il risultato di questa narrazione è che ogni trasformazione economica e sociale viene sottratta alla libera volontà delle persone e consegnata al libero fluire dei movimenti di capitale alla ricerca delle migliori condizioni di valorizzazione. Occorre un ripensamento, a partire dal livello delle comunità territoriali, della democrazia, anche di quella economica, che ponga la qualità della vita degli abitanti di un determinato territorio come unica finalità dell'azione istituzionale e sociale se si vuole intraprendere un'alternativa di società.
Come si inseriscono in questo contesto le esperienze e le pratiche delle economie trasformative?
Premessa
I filoni di lavoro, emersi nel primo incontro nazionale tenuto a Roma il 9 novembre 2019, sono stati brevemente descritti in modo che possano costituire le linee guida per gli incontri, le analisi e le discussioni che si terranno all'interno delle singole associazioni o negli eventi creati dalle reti locali in vista del FSMET. Sarebbe opportuno che ciascuna realtà o rete a seguito delle iniziative che realizzerà in questo senso si impegnasse a costruire un report di max 10.000 battute che restituisca il lavoro di analisi, di presentazione delle pratiche e, soprattutto, proposte di azioni in vista della compilazione di un'agenda mondiale, specificando il/i filoni sui quali verte il contributo.
Questi report costituiranno la base per un'ulteriore sintesi che dovrebbe rendere conto della riflessione nazionale sulle economie trasformative.
Tutti i vostri spunti e riflessioni devono esser inviate alla mail: forumbarcellona2019.20@gmail.com
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A mio avviso (e limitatamente al contesto e quindi alla tipologia prevalente in Italia) le pratiche e le esperienze delle economie trasformative hanno il vantaggio di non dipendere dal sistema finanziario. Anche quando espressione di “comunità aderenti all’idea” trovano nelle stesse comunità gli spazi e le soluzioni alle esigenze finanziarie. Quando ciò non accade è sintomo di un errato (eccessivo) dimensionamento delle stesse esperienze.
Se si ha la pazienza di attendere il maturare dei tempi, e la capacità di far comprendere ad altri (e quindi allargare la “comunità”) il valore dell’iniziativa, le soluzioni si trovano.
Certo non sempre tutto ciò è facile e spesso è proprio il tempo la variabile che spinge ad accelerare i processi che però in questo modo rischiano di diventare non troppo difformi da quelli “tradizionali”.
In questo contesto occorre anche allargare l’idea stessa di “azione economica” che, liberata dal vincolo di essere “dentro la logica mercantile”, riesce a trovare altre metriche di misurazione del valore e di “remunerazione”. Ciò consente, superata la soglia di sussistenza, di intraprendere “azioni economiche di comunità” nella logica dell’economia della relazione, riducendo la stessa necessità di quei servizi che la morsa del debito nega. La realizzazione di iniziative di wellfare di comunità in logica solidaristica inoltre ridanno alla comunità quel humus conviviale che le rende più resilienti al cambiamento che, altrimenti, resta dominio del sistema socio-economico dominante e di resistere ai processi di mercificazione della vita sempre più pressanti.
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